1 Haziran 2016 Çarşamba

Che Cos'è La Ahl Al-Sunnah?

Che Cos'è La Ahl Al-Sunnah?

 I credenti sono coloro che seguono il Messaggero, il Profeta illetterato che trovano chiaramente menzionato nella Torâh e nell'Ingil, colui che ordina le buone consuetudini e proibisce ciò che è riprovevole, che dichiara lecite le cose buone e vieta quelle cattive, che li libera del loro fardello e dei legami che li opprimono. Coloro che crederanno in lui, lo onoreranno, lo assisteranno e seguiranno la luce che è scesa con lui, invero prospereranno. (Surat al-A‘raf, 157)
La Ahl al-Sunnah sono quei musulmani che credono e vivono in conformità al Corano e alla  Sunnah. Solo la fede della Ahl al-Sunnah consente di giungere a quella comprensione che conduce alla salvezza eterna e alla conoscenza di Allah (swt). Al fine di attenersi alla Sunnah, è necessario riconoscere e seguire l’attuazione del Corano da parte del nostro Profeta (saas) e dei suoi Compagni, i quali agirono come un ponte tra noi e la Sunnah. Il Profeta (saas) ha definito la condizione necessaria per i suoi Compagni:
“La mia ummah si dividerà in settantatré gruppi. Essi apparterranno tutti all’Inferno eccetto uno (il quale apparterrà al Paradiso).” I Compagni gli chiesero di identificare tale gruppo ed egli disse: “Quello che seguirà il cammino sul quale io e i miei compagni camminiamo.” (al-Tirmidhi)
Questo gruppo cui spetta la salvezza è noto come “al-Firqah al-Najiyyah” (il gruppo salvato). Un altro nome con cui si suole definirlo è: “Ahl al-Sunnah wal Jama‘ah” (la gente che segue la linea di condotta del Profeta [saas] e dei suoi Compagni).
Tutte le scuole concordano, in termini teologici e giuridici, sulla linea definita dagli insegnamenti del Corano e della  Sunnah. Queste scuole si sforzano di comprendere, spiegare e vivere in conformità al volere di Allah (swt) e del Suo Profeta (saas).
Nel descrivere la Ahl al-Sunnah, è anche necessario definire che cosa sia il Salafismo, un termine derivato dalla parola “salaf.” “Salaf” è un termine generalmente attribuito a quei Compagni del Profeta (saas) che lo seguirono nella maniera migliore e a coloro che gli succedettero. Al-‘aqidah al-Salaf era il credo di tutti i musulani prima della formazione delle diverse scuole di teologia (i`tiqad). In altre parole, è la aqidah delle generazioni degli  Ashab al-Kiram e dei Tabi'un. La sua dottrina fondamentale si fonda sulla credenza che i versetti del Corano e gli hadith debbano essere accettati in maniera letterale. Nel corso del tempo apparvero due scuole di teologia: la Maturidiyyah e la Ash`ariyyah.
Imam Abu Mansur al-Maturidi, il fondatore della scuola Maturidiyyah, nacque nel villaggio di Maturid, nei pressi di Samarcanda, nel 238 AH (852 dell’era volgare) e morì a Samarcanda nel 333 AH (944 e. v.). Il suo approccio generale era quello di avvalersi della ragione, oltre che della rivelazione, per interpretare i versetti e gli hadith qualora ciò fosse apparso necessario. La maggioranza degli Hanafiti e dei Turchi seguono questa scuola.
Abu al-Hasan al-Ash`ari, l’imam della scuola Ash`ariyyah, nacque a Basra nel 260 AH (873 e.v.) e morì a Baghdad nel 324 AH (936 e.v.). Essendo un discendente del Compagno Abu al-Musa al-Ash`ari, ci si riferisce a lui come al-Ash`ari. Essendo nella pratica un aderente alla scuola Shafi`i, la sua dottrina si diffuse per lo più tra gli Shafi`iti, ma anche tra i Malikiti. Le differenze tra i membri delle scuole Maturidiyyah e Ash`ariyyah si limitano a pochi aspetti.
Le scuole Maturidiyyah e Ash`ariyyah rappresentano il credo della Ahl al-Sunnah. Emersero quindi molte altre scuole, tra cui i Kharijiti, i Mu’tazilah, i Murjiah, i Jabriyyah, i Mushabbihah, dalle quali, a loro volta, si produssero ulteriori suddivisioni. Questi gruppi non si considerano parte della Ahl al-Sunnah.
Tutte le scuole all’interno della Ahl al-Sunnah appartengono al circolo della verità (haqq) e del vero cammino. Le differenze tra loro non ingenerano corruzione (fitnah), ma piuttosto misericordia.  Chi appartenga a una di queste scuole deve quindi apprezzare le altre.
Le scuole di verità che sono emerse nella sfera della giurisprudenza islamica (fiqh) e della teologia (i`tiqad) non deviano dal Corano e dalla Sunnah. Non rappresentano, quindi, una nuova religione, ma sono piuttosto ramificazioni al servizio dell’Islam nei diversi campi della fede, dell’osservanza religiosa, dell’etica e dell’istruzione. Sono le espressioni dell’Islam per ciò che è effettivamente. La loro costituzione fu dovuta a una seria necessità e la loro base è il Corano e la Sunnah.
I credenti devono riflettere sulla giurisprudenza islamica (fiqh) e sull’etica così come nel caso della fede, poiché ognuno di questi elementi è complementare all’altro. Il fiqh consente di conoscere ciò che può arrecare beneficio o danno in ogni aspetto della vita. La religione è costituita dalla fede, dall’osservanza religiosa e dalle buone maniere.

Nel Corano Si Dice AI Credenti Di Ubbidire Alla Sunnah Del Profeta (saas)

Nel Corano Si Dice AI Credenti
Di Ubbidire Alla Sunnah Del Profeta (saas)

La Sunnah è indivisibile dal Corano, in quanto è l’interpretazione vivente del Libro da parte del Profeta Muhammad (saas), l’uomo dei più grandi principi morali, il quale aveva una tale considerazione dei credenti da provare angoscia quando erano afflitti e da alleviarli dei loro fardelli e delle catene del bigottismo.
Il Corano non può essere compreso e quindi messo in pratica nella vita quotidiana in assenza della Sunnah. Per esempio, nel Corano Allah (swt) dice ai credenti di mostrarsi affezionati gli uni verso gli altri, di dire buone parole e di comportarsi con modestia. Il comandare il giusto e proibire ciò che è riprovevole e il  comunicare i valori morali dell’Islam all’umanità intera costituiscono obblighi fondamentali (fara’id). La pulizia è stata resa obbligatoria. Tali questioni sono, tuttavia, spiegate nel Corano in certi modi. I credenti imparano ad attuare tali atti mediante gli esempi costituiti dalle pratiche del  Profeta (saas). Nel Corano, Allah (swt) rivela:
Avete nel Messaggero di Allah un bell'esempio per voi, per chi spera in Allah e nell'Ultimo Giorno e ricorda Allah frequentemente. (Surat al-Ahzab, 21)
Il Profeta (saas) è il modello migliore per tutta  l’umanità. I credenti osservano la sua Sunnah e imparano a metterne in atto i precetti e le pratiche nella vita.  Quando si considera la Sunnah, si nota come il Profeta (saas) istruì la sua comunità in ogni ambito, mostrando una condotta confacente all’onore di un musulmano.  L’intera esistenza del Profeta (saas) rivela una serietà, un senso di responsabilità e una sensibilità che include ogni minimo dettaglio. Ciò dipende dal fatto che il Profeta (saas) ha insegnato alla sua comunità la “saggezza” insieme al Corano:
Allah ha colmato [di grazia] i credenti, quando ha suscitato tra loro un Messaggero che recita i Suoi versetti, li purifica e insegna loro il Libro e la saggezza, mentre in precedenza erano in preda all'errore evidente. (Surah Al ‘Imran, 164)

Il Pericolo Di Abbandonare La Sunnah

“La perdita della religione ha inizio con l’abbandono della Sunnah. Come una corda si rompe fibra a fibra, così la religione svanisce quando l’uno dopo l’altro tutti abbandonano la  Sunnah.” (ad-Darimi)
Nel corso della storia dell’Islam sono apparse varie eresie. Sette differenti si sono allontanate dall’essenza dell’Islam adottando credi eretici e pratiche non islamiche.
Anche ai nostri giorni c’è chi rifiuta la Sunnah del Profeta (saas). “Noi leggiamo il Corano,” dicono, “e lo interpretiamo per noi stessi senza il bisogno di alcuna chiarificazione da parte del Profeta (saas).” Voltano così le spalle alla Sunnah, l’applicazione pratica e il compimento del Corano.
Il fatto è che quanti hanno abbandonato la Sunnah, in realtà, ignorano i comandamenti del Corano in cui si ordina ai musulmani di seguirla. Allah (swt) non ha reso obbligatoria solo l’ubbidienza al Corano, ma anche al Profeta (saas).
Per questa ragione, l’Islam può essere praticato solo in conformità alla Sunnah e i musulmani possono mettere in pratica il Corano nella vita reale solo seguendone i precetti. La Sunnah, d’altra parte, è la fede della Ahl al-Sunnah, la quale è costituita dalla totalità degli hadith autentici del Profeta (saas) e dalla loro interpretazione da parte dei grandi sapienti musulmani. 

Attenersi alla Sunnah significa ubbidire al Profeta (saas) 

La vitale importanza del Profeta (saas) per i credenti è enfatizzata nei seguenti versetti coranici rivolti a lui:
In verità ti abbiamo mandato come testimone, nunzio e ammonitore, affinché crediate in Allah e nel Suo Messaggero e affinché Lo assistiate, Lo onoriate e Gli rendiate gloria al mattino e alla sera. In verità coloro che prestano giuramento [di fedeltà], è ad Allah che lo prestano: la mano di Allah è sopra le loro mani . Chi mancherà al giuramento lo farà solo a suo danno; a chi invece si atterrà al patto con Allah, Egli concederà una ricompensa immensa. (Surat al-Fath, 8-10)
Colui che ha prestato un patto con il Profeta (saas) lo ha prestato con Allah (swt). Il Signore ci ha detto che:
Chi obbedisce al Messaggero obbedisce ad Allah. (Surat an-Nisa’, 80)
Questo versetto permette di comprendere l’importanza dell’ubbidienza. Tutti i musulmani hanno il dovere di ubbidire a lui per la sua natura di modello e per la sua funzione di legislatore. Il Corano rivela che il rispetto dei comandamenti e delle regole del  Profeta (saas) è tanto obbligatorio quanto l’adempimento dei versetti contenuti nel Libro di Allah (swt). In un altro versetto, relativo al potere normativo del Profeta, il nostro Signore dice:
[I credenti sono] coloro che seguono il Messaggero, il Profeta illetterato che trovano chiaramente menzionato nella Torâh e nell'Ingil, colui che ordina le buone consuetudini e proibisce ciò che è riprovevole, che dichiara lecite le cose buone e vieta quelle cattive, che li libera del loro fardello e dei legami che li opprimono. Coloro che crederanno in lui, lo onoreranno, lo assisteranno e seguiranno la luce che è scesa con lui, invero prospereranno. (Surat al-A‘raf, 157)
In un altro versetto, Allah afferma:
Prendete quello che il Messaggero vi dà e astenetevi da quel che vi nega e temete Allah... (Surat al-Hashr, 7)
Come questi versetti mostrano, non solo al Corano, ma anche al Profeta appartiene un potere normativo. Il Profeta (saas) ha quindi affermato: “Evitate ciò che vi proibisco e fate ciò che vi comando al meglio delle vostre capacità.”(Sahih Muslim, libro 30, hadith 5818)
Altri versetti fanno riferimento al potere normativo del Profeta (saas). I musulmani presentano al Profeta (saas) ogni questione su cui non riescono a giungere a un accordo, per ottenere così la soluzione migliore.
O voi che credete, obbedite ad Allah e al Messaggero e a coloro di voi che hanno l'autorità. Se siete discordi in qualcosa, fate riferimento ad Allah e al Messaggero, se credete in Allah e nell'Ultimo Giorno. È la cosa migliore e l'interpretazione più sicura. (Surat an-Nisa’, 59)
Talmente assoluto è il ruolo di legislatore del Profeta (saas) che Allah (swt) ha detto ai credenti di ubbidire alle sue decisioni senza riserve o dubbi:
No, per il tuo Signore, non saranno credenti finché non ti avranno eletto giudice delle loro discordie e finché non avranno accettato senza recriminare quello che avrai deciso, sottomettendosi completamente. (Surat an-Nisa’, 65)
In un altro versetto, la natura definitiva del giudizio del Profeta (saas) è definita in questi termini:
Quando Allah e il Suo Inviato hanno decretato qualcosa, non è bene che il credente o la credente scelgano a modo loro. Chi disobbedisce ad Allah e al Suo Inviato palesemente si travia. (Surat al-Ahzab, 36)
Opporsi al ruolo normativo del Profeta (saas) e disubbidire alle sue disposizioni costituisce una negazione:
Chi si separa dal Messaggero dopo che gli si è manifestata la guida, e segue un sentiero diverso da quello dei credenti , quello lo allontaneremo come si è allontanato e lo getteremo nell'Inferno. Qual triste destino. (Surat an-Nisa’, 115)
Dato che il potere normativo e il ruolo di modello del Profeta (saas) è definito nel Corano in maniera tanto chiara e netta, il fatto di volgere le spalle alla  Sunnah del Profeta (saas) significa opporsi al Corano, mentre prendere a modello ogni sua azione significa seguire l’Islam. Abbandonare la sua Sunnah, d’altra parte, significa allontanarsi dall’essenza dell’Islam.
I Compagni condussero la loro esistenza in modo tale che le loro azioni e parole fossero in perfetto accordo sia con il Corano che con il Profeta (saas). Uno dei Compagni riferì:
“Allah (swt) ci inviò Muhammad (saas) come Profeta in un’epoca in cui non conoscevamo nulla. Qualsiasi cosa Muhammad faccia, la facciamo nella stessa maniera.” (al-Nasa’i, Taqsir 1)
È chiaro che l’idea di “fare ritorno al Corano, poiché della Sunnah non ne abbiamo bisogno” è incompatibile con l’Islam e deriva da uno stato di profonda ignoranza. Quanti propugnano questa idea possono essere paragonati a quanti desiderano entrare in un palazzo ma non intendono avvalersi delle chiavi per aprirne le porte.  La Sunnah salva coloro che l’abbracciano, in quanto, come Dahhak afferma: “Il Paradiso e la Sunnah sono nella stessa posizione, poiché coloro che entrano in Paradiso nell’altra vita sono salvati, e così quelli che si attengono alla Sunnah in questo mondo.” (Tafsir al-Qurtubi, XIII/365) Imam Malik ha paragonato la Sunnah all’Arca di Noè (as), in quanto “chiunque si imbarca in essa sarà salvato, mentre gli altri affogheranno.” (al-Suyuti, Miftah al-Jannah, pagg. 53-54)
La Sunnah è un mezzo di salvezza talmente grande che il Signore rivela nel Corano che i comandi e le proibizioni del Profeta (saas) fanno “rivivere”:
O voi che credete, rispondete ad Allah e al Suo Messaggero quando vi chiama a ciò che vi fa rivivere e sappiate che Allah si insinua tra l'uomo e il suo cuore e che sarete tutti radunati davanti a Lui. (Surat al-Anfal, 24)
L’Islam è la totalità del Corano e della Sunnah del Profeta (saas); non è possibile eliminare l’una senza eliminare anche l’altro.
La fonte che ci permette di comprendere il comportamento esemplare del Profeta (saas), così come la sua conoscenza e i suoi pronunciamenti, è la Sunnah, il credo della Ahl al-Sunnah.

I Profeti hanno invitato i credenti al cammino rivivificatore

O voi che credete, rispondete ad Allah e al Suo Messaggero quando vi chiama a ciò che vi fa rivivere e sappiate che Allah si insinua tra l'uomo e il suo cuore e che sarete tutti radunati davanti a Lui. (Surat al-Anfal, 24)
Quando si consideri la storia dell’uomo, si scopre che la vita ha avuto inizio con i Profeti. Ciò è vero in quanto non si può comprendere né mettere in atto alcuna religione in assenza di un profeta. Per questa ragione, è stato inviato un messaggero a ogni comunità come guida.
Come nel caso degli altri Profeti, Allah (swt) ha inviato il Profeta Muhammad (saas) con la religione perfetta e il retto cammino. Lo ha reso un Profeta per ogni comunità fino al Giorno del Giudizio. Ubbidirlo, rispettarlo e amarlo, imitare il suo stile di vita e attenersi alla sua Sunnah, sono responsabilità che tutti i musulmani si devono assumere.
Nel Corano, l’ubbidienza al Profeta (saas) è paragonata all’ubbidienza ad Allah (swt). Ai credenti si dice di prendere il Corano e la Sunnah come guide in questioni su cui vi sia disaccordo. Il seguente comando è dato nel nobile Corano:
No, per il tuo Signore, non saranno credenti finché non ti avranno eletto giudice delle loro discordie e finché non avranno accettato senza recriminare quello che avrai deciso, sottomettendosi completamente. (Surat an-Nisa’, 65)
Come questo versetto chiarisce, la Sunnah del Profeta (saas) è una fonte assoluta e impeccabile di comandi, poiché è la via per “interpretare, spiegare e mettere in pratica il Corano”. Nessun credente ha quindi il diritto di fare interpretazioni (ta’wil) o di disubbidire alla Sunnah, l’applicazione del Corano.
Quando Allah e il Suo Inviato hanno decretato qualcosa, non è bene che il credente o la credente scelgano a modo loro . Chi disubbedisce ad Allah e al Suo Inviato palesemente si travia. (Surat al-Ahzab, 36)
In un altro versetto, il nostro Signore rivela:
Quando i credenti sono chiamati ad Allah e al Suo Inviato affinché egli giudichi tra loro, la loro risposta è "Ascoltiamo e obbediamo". Essi sono coloro che prospereranno! (Surat an-Nur, 51)
In ogni versetto del Corano in cui si parla dell’ubbidienza al Profeta (saas) si afferma che ciò è obbligatorio per i credenti. È per questa ragione che le pratiche del Profeta (saas) sono perfette e sotto la protezione di Allah (swt). In altre parole, tutto nella Sunnah è, in essenza, fondato sulla rivelazione.
... e neppure parla d'impulso: non è che una Rivelazione ispirata. (Surat al-Najm, 3-4)
Quando sorge un disaccordo i credenti sono quindi obbligati a volgersi al Corano e alla Sunnah, i due punti di riferimento essenziali dell’Islam:
Se siete discordi in qualcosa, fate riferimento ad Allah e al Messaggero, se credete in Allah e nell'Ultimo Giorno. È la cosa migliore e l'interpretazione più sicura. (Surat an-Nisa’, 59)
Il Profeta (saas) non solo trasmise all’umanità i versetti ricevuti da Allah (swt), ma li interpretò. La Sunnah può quindi anche essere considerata come l’interpretazione del Corano. Tale considerazione protegge dalla corruzione, dall’incomprensione e dalle distorsioni e ne agevola l’intendimento.
Un altro versetto rivela:
Di': "Se avete sempre amato Allah, seguitemi. Allah vi amerà e perdonerà i vostri peccati. Allah è perdonatore, misericordioso". (Surah Al ‘Imran, 31)
Un’indicazione dell’amore per Allah (swt) è, quindi, seguire il Suo Profeta (saas), poiché ciò rivela il fatto di essere dei servitori di Allah (swt). Nessun credente può considerare sufficiente l’ubbidienza ad Allah (swt), abbandonando, di conseguenza, l’ubbidienza dovuta al Profeta (saas). Quest’ultimo (saas) ha annunciato a coloro che si attengono alla sua Sunnah una buona novella: “Chiunque vivifichi la mia Sunnah sicuramente mi ama e chiunque mi ama sarà con me in Paradiso.”(al-Tirmidhi)
Mentre il Profeta (saas) annuncia il Paradiso a quanti aderiscono alla Sunnah, nel Corano, il Signore ammonisce circa le terribili conseguenze della ribellione al Profeta (saas):
E chi disobbedisce ad Allah e al Suo Messaggero e trasgredisce le Sue leggi, sarà introdotto nel Fuoco, dove rimarrà in perpetuo e avrà castigo avvilente. (Surat an-Nisa’, 14)
Coloro che non sono in grado di comprendere l’importanza della Sunnah e quanti la criticano, nonostante quanto si è detto sopra, agiscono direttamente contro il Profeta (saas).
Le parole e il comportamento del Profeta (saas), descritte da Allah (swt)  nel Corano come “conformi alla sublime moralità”, e da Aisha (ra) con le parole:“la natura del Profeta (saas) era il Corano,” costituiscono un modello per tutto il genere umano. Come non è possibile giungere alla vera virtù senza conformarsi al suo modello, neppure è possibile ottenere la felicità in questo mondo e nell’altro. 
Coloro che abbandonano la Sunnah rinunciano a una ricompensa elevata e si privano della sua intercessione nel Giorno del Giudizio.  Inoltre, volgere le spalle alla Sunnah del Profeta (saas), il più affezionato verso la sua ummah e il più attento ad ogni pericolo incombente su di essa, significa mostrare ingratitudine di fronte a una tale benedizione:
Ora vi è giunto un Messaggero scelto tra voi; gli è gravosa la pena che soffrite, brama il vostro bene, è dolce e misericordioso verso i credenti. (Surat at-Tawba, 128)
Quanti nutrono opinioni erronee circa le pratiche del Profeta Muhammad (saas) sono incapaci di comprendere l’importanza del suo ruolo. Il dovere affidatogli richiedeva una tale senso di responsabilità che anche il minimo dettaglio non poteva essere ignorato. Per tale ragione il  Profeta (saas) si espresse in riferimento a tante  questioni diverse, dal commercio alla salute, e dalla solidarietà all’educazione.
Il principio fondamentale della Sunnah è la sua applicabilità. Il detto: “Trattate le persone con gentilezza e non siate dure con esse. Dategli buone notizie e non ispirate loro avversione” (Sahih al-Bukhari, Volume 4, libro 52, hadith n. 275) ne è la più chiara indicazione. Sua moglie Aisha (ra) riferì che egli disse alla sua gente di fare, nel momento della scelta, quanto poteva essere conseguito con facilità. Chiunque, quindi, può seguire la Sunnah. La sua vita è un esempio per ogni credente dell’applicazione del Corano alla vita quotidiana.
Un’altra questione importante sono i danni derivanti dall’abbandono della Sunnah. Alcuni musulmani, per ignoranza o indolenza, hanno diffuso eresie nel mondo islamico formulando condizioni fondate su speculazioni di persone essenzialmente prive  di conoscenza dell’Islam, oppure seguendo interpretazioni personali in luogo della guida della Sunnah.
I problemi politici ed economici del mondo islamico sono stati originati dal fatto che i musulmani hanno abbandonato il Corano e la Sunnah del Profeta (saas). La conseguente instabilità continuerà fino a che i credenti non comprenderanno di essere membri della comunità dello stesso Profeta al cui modello dovranno sforzarsi di conformarsi. Il solo cammino per i musulmani consiste nell’attenersi strettamente al Corano e alla Sunnah del Profeta (saas).
Una semplice analisi della vita del Profeta (saas) mostra che la sua attitudine nei confronti della vita non era ad una sola dimensione. Per esempio, molti hadith affidabili descrivono i suoi ruoli diversi: Profeta, capo di stato, comandante militare, soldato e mercante. Pregava, digiunava, vegliava durante la notte, viveva in uno stato di costante preghiera, contemplazione e ricordo di Allah (swt). Sempre modesto, si sposò, fece acquisti, visitò gli infermi, scherzò con i bambini, lottò con i suoi amici e sfidò alla corsa sua moglie.
I musulmani possono adempiere ai loro doveri di servi di Allah (swt) solo mediante lo studio e l’osservanza delle pratiche del Profeta (saas). La fonte principale di informazioni in proposito sono le grandi collezioni di hadith di Muslim, al-Bukhari, e di altri studiosi. Queste vaste collane di parole, azioni e attributi personali, in particolare di quelli esibiti nel corso della Profezia, furono raccolte con grande cura da narratori considerati affidabili da tutti i sapienti musulmani fedeli alla Sunnah.

La Fede (I`tiqad) E I Concetti Essenziali Della Ahl Al-Sunnah

La Fede (I`tiqad) E
I Concetti Essenziali Della Ahl Al-Sunnah

Nessuna scuola di pensiero (madhhab) era necessaria durante l’Era della Felicità e all’epoca dei quattro califfi ben guidati, in quanto l’apprendimento della fede procedeva direttamente dal Profeta Muhammad (saas) e dai suoi compagni.
Con la graduale emersione di movimenti ereticali e di divisioni fondate su idee e pratiche non islamiche (bid`ah), alcuni sapienti musulmani, seguendo il cammino del Profeta (saas) e dei suoi compagni, cominciarono a definire misure diverse nelle credenze e nelle azioni. Presentarono alla gente una forma purificata di Islam la quale distingueva la verità dall’errore. Uno dei frutti di tale sforzo furono le scuole della Ahl al-Sunnah.
Diversi elementi importanti distinguevano la Ahl al-Sunnah dai movimenti ereticali, alcuni dei quali attraevano individui che, per la loro ribellione, erano sprovvisti dei criteri della Ahl al-Sunnah. Di conseguenza, quanti seguono il cammino del nostro Profeta (saas) devono sempre mantenersi in guardia contro tale genere di corruzione. Per prima cosa è necessario conoscere e ricordare l’essenza della fede della Ahl al-Sunnah (i`tiqad).

Le questioni su cui la Ahl al-Sunnah wa’l-Jama’ah concorda sono:

1) La fede in Allah (swt)

Credere nei Nomi di Allah (swt), così come sono descritti nel Corano e nella Sunnah, è uno dei principi fondamentali dell’Islam. È impossibile attribuire ad Allah titoli confacenti agli esseri umani, in quanto Egli non può essere comparato alla Sua creazione. Ognuno dei Suoi nomi è menzionato nel Corano. A ciò deve essere prestata grande attenzione per evitare di dare credito a opinioni eretiche.
Coloro che si considerano musulmani e che hanno fede nei loro cuori non devono nutrire dubbi riguardo alla loro dottrina e non reputarsi miscredenti a causa delle loro mancanze.  La fallacia di tale posizione è molto dannosa in termini di fede. Il nostro Signore rivela nel Corano:
Chi mai proferisce parola migliore di colui che invita ad Allah, e compie il bene e dice: «Sì, io sono uno dei Musulmani»? (Surah Fussilat, 33)

2) La fede della Ahl al-Sunnah nel Corano

Il Corano è la parola di Allah (swt). Proviene dalla presenza di Allah (swt) e a Lui ritornerà. È il Libro Divino finale e il solo libro di verità destinato a perdurare fino al Giorno del Giudizio.
Certo tu ricevi il Corano da parte di un Saggio, un Sapiente. (Surat an-Naml, 6)

3) Allah (swt) non può essere visto in questo mondo

Il Profeta Muhammad (saas) non ha mai affermato di avere visto Allah (swt) in questo mondo. Un hadith che pretende il contrario è stato unanimente rifiutato dai sapienti islamici. Secondo la Ahl al-Sunnah, chiunque pretenda di avere visto Allah (swt) prima della morte è insincero. In un hadith, il nostro Profeta (saas) dice: "Nessuno di voi vedrà il suo Signore prima di morire". (Sahih Muslim)

4) I credenti vedranno il Signore in Paradiso

I libri che raccolgono hadith affidabili parlano di alcuni uomini che vedranno Allah (swt) con i loro occhi nel Giorno del Giudizio. Tuttavia, le scuole Jahmiyyah, Mu’tazilah, e Rafidah sostengono l’opposto.
Allah (swt) non è in alcun luogo, né sul Trono. Egli (swt) è ben al di là di tutto lo spazio.

5- Che cosa accade nel Giorno della Resurrezione?

La Ahl al-Sunnah wa'l-Jama'ah crede in maniera letterale alle parole del Profeta (saas) in riferimento all’Aldilà e ai castighi che verranno impartiti nella tomba. Secondo la Ahl al-Sunnah, la tomba è il giardino del Paradiso per i credenti e uno degli abissi più profondi dell’Inferno per i miscredenti.
L’interrogatorio da parte di Munkar e Nakir, i due angeli incaricati di esaminare ogni persona nella tomba, è parimenti una realtà. Nel  Giorno del Giudizio,  i diritti reciproci della gente in questo mondo verranno considerati e, nel caso, reintegrati ai legittimi beneficiari.
Omer Nasuhi Bilmen, un noto studioso turco di tafsir e fiqh, parla del Giorno della Resurrezione in questi termini:
“Al momento di morire, le persone verrano interrogate nella tomba da due angeli, Munkar e Nakir, i quali chiederanno: ‘Chi è il vostro Signore? Chi è il vostro profeta? Qual’è la vostra religione? Qual’è la vostra qiblah?’ Ciò è chiamato l’interrogatorio della tomba.
Il libro nel quale tutte le azioni sono trascritte contiene un resoconto di tutto ciò che una persona ha fatto mentre era in vita. Scritto dagli angeli, viene dato al suo possessore nell’altra vita. A costui viene detto: ‘prendi il tuo libro e leggilo’, e così nulla rimane nascosto.
La Giusta Bilancia è una misura di giustizia per la quale le azioni di ognuno vengono pesate ed è quindi possibile stabilire il livello delle buone e delle cative azioni compiute.
Al-Sirat, il ponte edificato sull’Inferno, non è assolutamente facile da attraversare. I servi giusti di  Allah lo varcheranno agevolmente, a tal punto che alcuni lo passeranno in un lampo ed entreranno in Paradiso. I miscredenti e quei credenti che non saranno perdonati saranno incapaci di varcarlo e cadranno nell’Inferno. I miscredenti vi rimarranno per l’eternità, mentre i credenti entreranno in Paradiso una volta che la loro punizione sarà terminata.” (Omer Nasuhi Bilmen, Il grande catechismo islamico, pp. 32-33).

6) L’intercessione (Shafa‘ah) del Profeta (saas)

I profeti e i giusti, i quali occupano stazioni elevate, chiederanno ad Allah (swt) di perdonare quei credenti che avranno commesso peccati e di elevare quanti sono rimasti immuni da tali colpe. Ciò è noto come shafa‘ah, e tutti i musulmani si sforzano di esserne degni. Omer Nasuhi Bilmen parlando dell’intercessione del Profeta benedetto (saas) ha detto:
“L’intercessione si riferisce al nostro Profeta e ad alcuni altri individui di rango elevato i quali chiederanno ad Allah l’Onnipotente di perdonare alcuni credenti nel Giorno del Giudizio. Il nostro Profeta farà la più grande delle intercessioni per l’immediata resa dei conti di tutti gli uomini nell’Aldilà. La sua intercessione è nota come al-Shafa‘at al-‘Uzma (l’Intercessione maggiore), mentre la sua stazione in Paradiso è detta al-Maqam al-Mahmud (la Stazione della Lode ).” (Omer Nasuhi Bilmen, Il grande catechismo islamico, p. 33)

7) La fede nel destino

La Ahl al-Sunnah wa'l-Jama'ah crede nel bene e nel male del destino. Vi sono due gradi di fede nel destino:
Il primo grado è che Allah (swt) è pienamente cosciente di ciò che ogni parte della creazione ha fatto e farà. Egli conosce l’obbedienza e la ribellione prima che avvengano. Allah l’Onnipotente (swt) ha scritto il destino di tutto quello che esiste sulla al-Lawh al-Mahfuz (la Tavola Preservata). Il destino spettante a una persona gli è recato da un angelo mentre si trova ancora in embrione, prima che l’anima sia insufflata.
Il secondo grado è che la volontà di Allah (swt) è superiore a quella degli esseri umani. Nessuno può essere un credente o un miscredente a meno che Allah (swt) lo voglia. I musulmani devono mostrarsi molto sensibili in riferimento a questo tema.

8) La Ahl al-Qiblah non può essere scomunicata (Takfir) in ragione dei suoi peccati

Coloro che aderiscono alle convinzioni della Ahl al-Sunnah non scomunicano gli altri credenti che pregano rivolti nella loro stessa direzione (qiblah), né li considerano miscredenti. Il Kharijismo, il primo movimento eretico nella storia dell’Islam, produsse la sua prima corruzione (fitna) su questo stesso punto.
Chiunque sia caduto nella negazione non trarrà beneficio dalle buone azioni compiute. Similmente, per quanti peccati un musulmano possa avere commesso, non può considerarsi un negatore a meno che non definisca illecito ciò che è lecito e lecito ciò che è illecito.

9) I miracoli degli Awliya di Allah (swt) sono esatti

La fede nei miracoli (karamah) degli Awliya di Allah (swt), gli stati straordinari che Allah (swt) ha manifestato per mezzo loro e le scoperte nei vari ambiti di conoscenza costituiscono l’essenza delle convinzioni della Ahl al-Sunnah.

10) Il viaggio miracoloso del Profeta (saas)

Secondo il Corano e gli hadith, il nostro Profeta (saas) ascese a un mondo al di là dei cieli in corpo e in spirito. È rivelato nel Corano che il viaggio del nostro Profeta (saas) alla Bayt al-Maqdis (Gerusalemme) è una verità assoluta, così come hadith affidabili confermano la sua ascensione al cielo.
“Gloria a Colui che di notte trasportò il Suo servo dalla Santa Moschea [a Mecca] alla Moschea remota [a Gerusalemme] di cui benedicemmo i dintorni, per mostrargli qualcuno dei Nostri segni. Egli è Colui che tutto ascolta e tutto osserva.” (Surat al-Isra', 1)
Per spargere la corruzione, i negatori e gli ipocriti, i quali non credevano in questo miracolo, osarono deriderlo. Tale corruzione si diffuse ben presto in tutta Mecca, dal momento che costoro ne discorrevano con tutti quelli che incontravano. Uno di loro chiese ad Abu Bakr (ra): "Muhammad (saas ) afferma di essersi recato da Mecca a Gerusalemme in una sola notte. Che cosa ne pensi?" Con la sua fiducia e sottomissione esemplare, Abu Bakr (ra) pose fine a tali maldicenze replicando: "Se dice così, allora è vero."

11) Il Giorno del Giudizio

Il Giorno del Giudizio è l’ultimo giorno di vita dell’universo, come predeterminato da Allah (swt). In quel giorno ognuno sarà chiamato a rendere conto delle proprie azioni. Nessuno farà ritorno sulla terra in un secondo corpo, in quanto le anime di tutti coloro che avranno vissuto a partire dal tempo di Adamo (as) fino al Giorno del Giudizio, sono state create in precedenza. Nessuna anima ritornerà sulla terra in un corpo differente.

12) Apprezzare coloro che hanno ricevuto la buona novella del Paradiso

Qualsiasi parola inappropriata rivolta contro uno dei compagni del Profeta (saas) che ricevette la buona notizia del Paradiso non è in linea con il rispetto dovuto a questi grandi individui e costituisce un grave peccato. Tali Compagni sono:
• Abu Bakr (ra)
• Umar (ra)
• Uthman (ra)
• Ali (ra)
• Talha ibn Ubaydullah (ra)
• Zubayr ibn Awwam (ra)
• Sa’d ibn Abi Waqqas (ra)
• Sa’id ibn Zayd (ra)
• Abd al-Rahman ibn Awf (ra) e
• Abu Ubaydah ibn Jarrah (ra).
La storia dei primi giorni dell’Islam rifulge dell’eroismo di questi individui superiori. Il Messaggero di Allah (saas) lodò questi musulmani nei suoi hadith.
Una delle caratteristiche comuni delle sette ereticali è il loro attacco rivolto contro alcuni dei compagni delProfeta che ricevettero la buona notizia del Paradiso. Non vi è spazio per tali punti di vista nella Ahl al-Sunnah.

13) Evitare ogni interpretazione del Corano e della Sunnah

Non ci si deve avvalere della ragione e dell’analogia (qiyas) per avanzare interpretazioni divergenti dalle regole chiaramente stabilite nel Corano e nella sunnah, in quanto i Compagni e gli imam delle scuole giuridiche così ordinarono e così fecero essi stessi. I credenti accettano ogni cosa che sia compatibile con il  Corano e la sunnah e rifiutano tutto ciò che vi si oppone. La principale caratteristica che distingue la Ahl al-Sunnah wa'l-Jama'ah dagli altri gruppi è il considerare questi due riferimenti quali fonti essenziali di tutta la conoscenza. I credenti  interpretano ogni questione alla luce di questi riferimenti invece di seguire la propria presunzione, le passioni e i desideri.  Nessuno ha il diritto di opporsi al Corano e alla Sunnah.

Le Scuole Della Ahl Al-Sunnah

Le Scuole Della Ahl Al-Sunnah

Scuole di teologia

Per quanto riguarda la teologia, vi sono due scuole:
1. La scuola Maturidi, fondata dall’Imam Maturidi
2. La scuola Ash`ariyyah, fondata dall’Imam Ash`ari
Queste due scuole sono essenzialmente una. Differiscono, nondimeno, in riferimento a quaranta questioni. Tali diffenze si limitano, tuttavia, a semplici dettagli.

La scuola Maturidi

Il fondatore della scuola Maturidi fu Abu Mansur Muhammad ibn Mahmud al-Maturidi, comunemente noto come Imam Maturidi, nato a Samarcanda nel 238 AH.
Era di origine turca e fu allievo di alcuni studenti di al-Imam al-Azam Abu Hanifah.  Imam Maturidi stabilì un legame sottile tra ragione e comunicazione nelle sue opere ed eresse un muro  inamovibile contro le idee eretiche, educando diversi studenti al credo della Ahl al-Sunnah. Rese un contributo considerevole alla trasmissione dei precetti della Ahl al-Sunnah alle generazioni seguenti.
Imam Maturidi è il maestro per quanto riguarda le questioni di fede di tutti i musulmani hanafiti. La sua scuola è ampiamente riconosciuta, specialmente in Turchia. Alcuni suoi libri sono giunti fino ai nostri giorni, tra gli altri il suo Kitab al-Tawhid Ta’wilat al-Qur‘an.
Alcune delle dottrine principali della Ahl al-Sunnah sono:
  • L’esistenza e l’unità di Allah (swt): è nostra responsabilità avere fede in Allah (swt), la Cui attività è una sola cosa con il Suo Essere. Allah (swt) ha attributi che sono parte della Sua Essenza Divina.  Kalam è l’attributo di Allah che esiste insieme al Suo Essere.
  • La fede consiste nel dichiarare verbalmente la propria credenza e di accettarla nel cuore. Nessuna che attesti la sua fede verbalmente ma non nel cuore può considerarsi un credente. Il luogo della fede è il cuore, dove, una volta stabilita, nessuno può sopraffarla.
  • Come non è giusto dire che chi ha fede non è un musulmano, così non è permesso dire che chi rispetti i fondamenti dell’Islam non è un credente. Le azioni non sono parte della fede.
  • Quando una persona decide di fare qualcosa, Allah (swt) crea il potere che ne consente l’esecuzione. Questo potere creato accompagna l’azione. L’azione che ne consegue fa sì che la persona divenga degna di ricevere una ricompensa oppure una punizione, sulla base dell’intenzione che la determina.
  • Peccati talmente gravi quali l’adulterio, l’omicidio o il bere alcool non espellono dalla comunità  dell’Islam. Chiunque commetta simili atti sarà perdonato qualora si penta.
  • Il nostro Profeta (saas) intercederà per coloro che appartengono alla sua comunità, anche per quanti abbiano commesso gravi peccati. Questa è una grazia da parte di Allah (swt).

La scuola Ash`ariyyah

Abu al-Hasan al-Ash`ari, il fondatore di questa scuola, nacque a Basra nel 260 AH. Studiò con Abu `Ali al-Jubba'i, uno studioso Mu’tazili, fino all’età di quarant’anni.
Imam al-Ash’ari scrisse diversi libri relativi ai Mu’tazilah, i quali erano Ahl al-Bid`ah (gente dell’innovazione [anti-islamica]), ai filosofi, ai naturalisti, agli atei, agli ebrei e ai cristiani. I primi due testi che vengono alla mente sono la  Risalat al-Iman e la Maqalat al-Islamiyyin. Circa venti dei suoi trattati sono giunti fino a noi. Si dice che per vent’anni compì l’orazione del mattino mantenendo lo stesso stato di abluzione dell’orazione della notte precedente. Morì a Baghdad nel 324 AH.
Alcuni membri delle scuole di pensiero Shafi`ita e Malikita sono legati alla Ash`ariyyah in termini di credo. La scuola Ash’ariyyah è assai diffusa, in specie in Iraq, in Siria e in Egitto.
I precetti dell’Imam al-Ash`ari hanno un ruolo molto importante nella formazione della dottrina della  Ahl al-Sunnah. Se si esclude il tema del libero arbitrio, non vi è una marcata differenza di opinioni rispetto ad al-Maturidi. Tra i principi di al-Ash`ari, ricordiamo:
  • Il giudizio nella tomba (adhab al-qadr), la riunione dell’umanità nel Giorno della Risurrezione (hashr), as-sirat (il ponte) e al-mizan (la giusta bilancia) sono veri. Il Corano è un miracolo quanto al  suo stile letterario. Nessuno può compilare un documento equivalente.
  • È essenziale che un Profeta compia miracoli. Anche gli Awliya’ possono compiere miracoli (karamah). I Profeti  facevano miracoli per provare la loro missione profetica. Un wali, al contrario, non deve mostrarsi superiore, per cui deve celare i suoi karamah.
  • Chiunque riceva la rivelazione di Allah (swt) mediante un angelo e compia miracoli che infrangano le leggi della natura è un nabi.
  • Per volere di Allah (swt), il Profeta (saas) intercederà per i credenti. Anche ai credenti è permesso vedere Allah (swt), l’Unico e l’Incomparabile, nell’altra vita. Egli invia il buono e il cattivo all’umanità, crea le azioni che vengono compiute e accorda il potere necessario a compiere un’azione.

Le scuole di Fiqh

La Ahl al-Sunnah annovera quattro scuole di fiqh:
  1. La scuola hanafita, fondata dall’Imam Abu Hanifah
  2. La scuola Shafi`ita, fondata dall’Imam al-Shafi`i
  3. La scuola Hanbalita, fondata dall’Imam Hanbal
  4. La scuola Malikita, fondata dall’Imam Malik
Questa sezione si concentra sui quattro imam e sul loro insegnamento.

La scuola Hanafita e al-Imam al-A`zam Abu Hanifah

Al-Imam al-A`zam Abu Hanifah nacque a Kufa nell’anno 80 dell’egira. Il suo nome era an-Nu`man ibn Thabit. Secondo alcune cronache era di origini turche. Suo padre, un ricco mercante, incontrò Ali ibn Abi Talib (ra), il  quale gli diede la sua benedizione e pregò per la sua discendenza.
Abu Hanifah apprese a memoria il Corano in giovane età e studiò da autodidatta la lingua araba, letteratura, giurisprudenza (fiqh), hadith e teologia(kalam). Discusse con quanti nella sua regione nutrivano idee eretiche e dimostrò l’erroneità delle loro credenze. Di conseguenza, la sua fama iniziò a diffondersi.
La sua conoscenza, intelligenza, virtù e taqwa erano considerevoli. La nobiltà del suo insegnamento e la facilità e perfezione della sua scuola hanno incontrato il favore di tutti i musulmani.
A quell’epoca vi era un urgente bisogno di conoscenza del fiqh, fu così che al-Imam al-A`zam abbandonò il commercio e si dedicò allo studio delle questioni giurisprudenziali.  Nel contempo, continuò a studiare il Corano e la Sunnah da cui cominciò a trarre norme. Si applicò inoltre allo studio degli hadith, esaminando quelle questioni che erano state materia di disaccordo tra i Compagni.
Nel corso di trent’anni di insegnamento, insegnò a più di 4000 studenti, tra cui futuri mujtahid (sapiente che pronuncia una interpretazione personale su una questione giuridica) quali Abu Yusuf, Muhammad ibn al-Hasan e Hasan ibn Ziyad.
Disse ai suoi studenti che la loro conoscenza avrebbe avuto solide basi qualora si fossero attenuti ai seguenti principi:
  1. Presenziare ad ogni circolo di conoscenza e assemblea e comprenderne le linee generali.
  2. Intrattenere relazioni con persone di conoscenza e mantenersi in contatto con tutti i movimenti intellettuali dell’epoca.
  3. Seguire con un maestro per imparare questioni importanti.
Dopo avere studiato con diversi sapienti islamici, si unì ad Hammad ibn Abi Sulayman, uno dei maggiori studiosi del tempo. Alla sua morte, gli occhi di tutti si volsero ad Abu Hanifah.
Il governatore dell’Iraq, Yazid ibn Amr, gli offrì il posto di qadi (giudice) per delimitare la sua influenza pubblica. A seguito del suo rifiuto, Abu Hanifah fu torturato per giorni e quindi imprigionato. Fu tuttavia ben presto liberato per timore delle reazioni del popolo.
Abu Hanifah visse molti anni in Hijaz per poi fare ritorno a Kufa in seguito all’ascesa al potere degli Abbasidi. Non si ebbero, tuttavia, grandi cambiamenti nel corso dell’egemonia abbaside. La sua risposta alla richiesta del Califfo al-Mansur di divenire qadi di Baghdad fu: “Se, in caso di rifiuto, fossi minacciato di essere gettato nelle acque dell’Eufrate, preferirei affogare. Vi sono molti intorno a te ad avere bisogno.” Al che al-Mansur lo fece torturare per diversi giorni. Questo evento compromise a tal punto la sua salute che ne morì a Baghdad nel 150 AH. Centinaia di migliaia di musulmani continuano a visitare la sua tomba ogni anno.
In seguito alla morte del Imam al-A`zam, i suoi studenti pubblicarono diversi libri contenenti collezioni di sue fatwa e di hadith da lui trasmessi, presentandoli in forma sistematica. Derivando nuove norme alla luce  degli insegnamenti del loro maestro, questi diffusero le sue idee nell’intero mondo islamico. Da ciò prese corpo la scuola Hanafita, oggi predominante in Turchia, nei Balcani, nel Caucaso, in Siberia, Cina, Pakistan, Albania, Egitto, Palestina, Siria e Iraq.
Tra le opere dell’Imam al-A`zam che ci sono pervenute, ricordiamo Al-Fiqh al-Akbar, ‘Alim wa al-Muta‘allim, Al-Risalah, cinque commentari (al-Hashiyyah), al-Qasidat an-Nu’maniyyah, e Marifat al-Mazahib.
Riportiamo di seguito alcune citazioni dai suoi libri degne di nota:
“Mostra alla gente il maggiore amore possibile. Saluta tutti, anche i più umili. Se, mentre ti trovi in un’assemblea per discutere alcune questioni, qualcuno esprime idee opposte alle tue, non contrastarlo. Esprimi la tua opinione quando te la chiedono, rivela quanto è nel tuo cuore e menziona tale e tal altra opinione in merito prima di dimostrarla con delle prove. In tal modo, sarai ascoltato e il tuo grado di conoscenza sarà riconosciuto.
Trasmetti la conoscenza a tutti coloro che si rivolgono a te e fa sì che tutti apprendano qualcosa. Insegna cose importanti, non triviali. Sii amichevole, anche con battute spiritose, in quanto l’amicizia e la sincerità assicurano il proseguimento della conoscenza.
Tratta la gente con gentilezza e sii tollerante. Non mostrare noia o stanchezza nei confronti di nessuno. Comportati come uno di loro.
Non fidarti di alcuna amicizia fino a che non è stata messa alla prova. Non fare amicizia con chiunque sia vile o volgare. Sii virtuoso, generoso e comprensivo. I tuoi vestiti siano puliti e in buone condizioni. Cavalca buoni cavalli. Usa profumi gradevoli. Mostrati generoso nell’offrire il cibo e soddisfa tutti.  Ogniqualvolta senti parlare di conflitti o di corruzione, sforzati di risolverli. Reca visita sia a coloro che ti cercano che a coloro che non ti cercano. Fai sempre il bene, indipendentemente dalla benevolenza o dalla malevolenza degli altri. Perdona e sappi chiudere un occhio di fronte a certe situazioni. Abbandona ciò che ti affligge e tenta di fare ciò che è giusto. Visita quei compagni che sono ammalati e informati riguardo a quelli che sono assenti. Presta interesse anche a quelli che ti ignorano.” (Dal lascito di Abu Hanifah al suo studente Abu Yusuf.)
“Sappiate che le azioni procedono con la conoscenza, come le membra si muovono grazie alla visione degli occhi. Poche azioni con conoscenza sono migliori di molto lavoro con ignoranza. Ciò ricorda il seguente proverbio: anche se un uomo ha scarse provviste, sarà salvo se conoscerà il giusto cammino. Un tal uomo è in una posizione migliore di colui che avrà abbondanti provvigioni ma non conoscerà  il cammino. Come Allah (swt) ci dice:‘Sono forse lo stesso coloro che conoscono e coloro che non conoscono? Solo le persone di intelletto prestano attenzione.’” (Osman Keskiolu, Abu Hanifah, M. Abu Zehra, pag. 177)
Alcuni consigli dell’Imam al-A`zam’s ad Abu Yusuf appaiono nel  Ma’rifatname di Ibrahim Haqqi di Erzurum, da cui abbiamo tratto la seguente citazione:
“Augura il bene agli altri e da’ loro consiglio. Va’ e conversa con gli uomini quando vedono e approvano il tuo comportamento e desiderano parlare con te, affinché tu possa discutere la conoscenza nei loro circoli.

Che ogni studente si consideri un tuo figlio. Fa sì che lo sforzo rivolto al conseguimento della conoscenza aumenti ogni giorno.  Non discorrere con quanti non ti ascoltano e nei mercati. Non temere di dire la verità con chicchessia. Dedicati a maggiori pratiche religiose di quanto faccia la gente comune.  Non intrattenerti con i negatori e con la Ahl al-Bid`ah, invitali piuttosto alla religione quando le circostanze lo consentono. Questo è il mio lascito a te e a tutti gli altri. Che tu possa seguire questo cammino e guidare gli altri alla via della verità.”

La scuola Shafi`ita e l’Imam al-Shafi`i

Imam al-Shafi`i nacque a Gaza nel 150 AH. I sapienti musulmani hanno considerato significativo il fatto che fosse nato nello stesso anno in cui Abu Hanifah morì. Imam al-Shafi`i perse il padre in tenera età e trascorse la maggior parte della sua infanzia in povertà.
Si trasferì quindi a Mecca e cominciò a studiare gli hadith. Memorizzò inoltre il Corano e fu discepolo dell’Imam Malik. Consolidate tali basi di conoscenza, si dedicò poi allo studio del fiqh.
All’età di 34 anni fu ingiustamente accusato dal governatore dello Yemen di diffondere propaganda sciita e quindi imprigionato. Nove persone del suo seguito furono giustiziate e al-Shafi‘i stesso fu risparmiato solo grazie al tempestivo intervento di alcuni suoi influenti sostenitori.
Dopo due anni dedicati allo studio e alla ricerca a Mecca, fece ritorno a Baghdad. Da quel momento, la fama di al-Shafi‘i cominciò a diffondersi in tutto il mondo islamico. Si pose quindi in cerca di un ambiente più confortevole e adottò l’Egitto come sua nuova dimora.
Il governatore e il popolo dell’Egitto accolsero al-Shafi‘i al suo arrivo. Rimase sotto la protezione del governatore fino al termine dei suoi giorni e ricevette una quota destinata ai discendenti del Profeta (saas).
Imam al-Shafi‘i spese la sua intera esistenza sul cammino dell’Islam, lasciò molte opere alle generazioni successive ed educò un gran numero di studenti. Lottò, inoltre, senza posa contro sette eretiche quali i  Mu’tazila e altri gruppi devianti. Si spense in Egitto nell’anno 204 dell’egira.
Lasciò dietro di sé opere inestimabili quali Ahqam al-Qur’an, As-Sunan, Kitab al-Umm e Musnad ash-Shafi‘i. Molti musulmani in Iraq, Anatolia orientale, India, Palestina, Hijaz, Filippine, Yemen, Egitto e Siria seguono la scuola Shafi‘ita, la cui influenza e contributo rimangono tuttavia enormi all’interno del mondo musulmano.
Imam al-Shafi‘i descrive l’essenza della scuola da lui fondata in questi termini: “Non è detto che tutti possano conoscere gli hadith del Profeta. Se propongo un’idea o un qualsiasi principio senza sapere che contravvengono alla  Sunnah del Messaggero di Allah, allora è alla parola del Messaggero che la gente deve attenersi. Questa è la mia scuola. Se riferisco un hadith del Messaggero di Allah ma non agisco di conseguenza, quale terra potrà sostenermi e quale cielo darmi ombra? Gli hadith del Profeta sono di suprema importanza per me.”
Tra i detti dell’Imam al-Shafi‘i ricordiamo:
“Non è possibile accontentare tutte le persone. Il servo deve sforzarsi di giungere a una sincerità morale. Quando compie una buona opera, essa deve rimanere tra lui e Allah.”
“La ricerca della conoscenza è superiore a una qualsiasi preghiera superogatoria, in quanto quest’ultima beneficia unicamente l’individuo, mentre la conoscenza ritorna a beneficio dell’intera comunità.”
“Quando si dà in segreto un consiglio a un fratello nella fede, si compie un atto meritorio e si adorna l’altro di buone maniere. Quando si tenta di dare un consiglio in pubblico, ciò non ha effetto. In un certo senso, si condanna l’altro partito e lo si espone alla vergogna.”
“Chi desidera le gioie dell’altra vita sia sincero nella sua conoscenza.”
“Anche chi tenta di dare consiglio mediante le sue azioni è una guida.”
“Le seguenti tre condizioni sono segni della natura genuina dell’amore per un fratello nella religione:
  1. Tollerare piccoli errori senza rimproverare l’altro, accettandolo per ciò che è.
  2. Celare ogni azione sconveniente compiuta apertamente.
  3. Perdonare ogni torto subito.”

La scuola Malikita e l’Imam Malik

Secondo le fonti più affidabili, l’Imam Malik ibn Anas nacque a Madinah nel 93 AH. Quale membro di una famiglia immersa nello studio degli hadith, fece considerevoli progressi in questo campo in un breve lasso di tempo. In tenera età fu affidato al famoso erudito Ibn Hurmuz al cui seguito rimase nei successivi 13 anni. Cominciò a insegnare all’età di 17 anni e l’interesse che suscitò superò ben presto quello risvegliato dal suo maestro. Per quanto fosse maggiore di 13 anni, Abu Hanifah s’inchinò di fronte a lui e accolse i suoi insegnamenti.
Le opere dedicate all’Imam Malik rivelano la sua superiore memoria e intelligenza, la sua pazienza, tolleranza, sincerità, il suo intuito e la sua grandezza. L’Imam Malik è noto per queste qualità. Occupa una posizione fondamentale nella scienza degli hadith ed è rispettato per la scupolosità con la quale ha determinato l’autenticità delle tradizioni, delle quali ha accettato solo quelle che erano completamente affidabili.
L’Imam Malik non ha mai agito con urgenza nell’emettere fatwa. Quando consultato in riferimento a una determinata questione, soleva dire: “Ora va’ e lasciami investigare questo problema.” Alla domanda perché agisse in tal modo, rispondeva: “Dovrò rendere conto delle fatwa e ho un sincero timore del Giorno del Giudizio.”
Come l’Imam Abu Hanifah, Imam Malik attirò l’ira del califfo al-Mansur, e fu quindi torturato in prigione per vari giorni. Anni dopo, tuttavia, al-Mansur comprese i suoi errori e rivolse le sue scuse all’Imam Malik. L’Imam Malik spese gli ultimi anni di vita in stato di malattia e morì nella città benedetta di Medina nel 179 AH.
Membri della sua scuola si trovano oggi in Libia, Tunisia, Morocco, Hijaz, Egitto, Algeria e lungo la costa africana. L’opera più importante dell’Imam Malik, cui dedicò 40 di studio, è al-Muwatta’. Delle oltre 100000 tradizioni di cui si avvalse per il suo lavoro, ne utilizzò solo 1720. Bediüzzaman Said Nursi lodò l’Imam Malik e la sua grande opera al-Muwatta’ nella sua collezione.

La scuola Hanbalita e l’Imam Ahmad ibn Hanbal

L’Imam Ahmad ibn Hanbal nacque a Baghdad nel 164 AH. La sua vita coincise con il periodo di maggior lustro dello stato abbaside. Nonostante la perdita prematura del padre, ricevette un’eccellente educazione nello studio della religione. Fu allievo di famosi eruditi, il più influente dei quali fu l’Imam al-Shafi‘i. Per tale ragione, decise di dedicarsi allo studio degli hadith; si trattava di un ambito di conoscenza difficile da acquisire, che richiedeva viaggi estensivi e giovane età.
Mantenne un grande rispetto per i suoi insegnanti. Nel corso della sua esistenza, non espresse alcuna opinione personale in riferimento agli hadith e non emise alcuna fatwa prima di avere compiuto 40 anni, l’età della maturità. Ciò dimostra la sua umiltà – mostra la volontà di non esprimere alcuna opinione prima di avere raggiunto una maturità sufficiente da sostenere questo genere di responsabilità intellettuale. Per la sua conoscenza e modestia, divenne rapidamente uno studioso riconosciuto e rispettato.
I suoi discorsi erano generalmente dedicati a tre soggetti. La serietà, la modestia e la pace spirituale dominavano le sue conversazioni. Non amava prendersi gioco degli altri e fu sempre naturalmente rispettoso della gente con cui conversava.
Riferiva hadith solo quando gli era richiesto. In tal caso, per non commettere errori, soleva leggere gli hadith dalle fonti, non confidando nella memoria. Ciò dimostra la sua meticolosità e il suo impegno nel trasmettere in maniera corretta i detti del Profeta (saas).
Richiese inoltre, in maniera formale, che gli hadith riferiti ai suoi studenti fossero trascritti. Esigette che le fatwa emesse fossero riportate per iscritto al fine di evitare fraintendimenti.
Nel corso della sua intera esistenza non cessò di lottare contro i movimenti eretici. Per tale ragione si trovò in seria difficoltà con il sovrano dell’epoca, il califfo al-Mutasim. Fu arrestato e imprigionato in Baghdad. Gli ostacoli che dovette affrontare lo elevarono ulteriormente agli occhi  della gente. L’oppressione persistette anche dopo la sua scarcerazione. Gli fu proibito di tenere discorsi pubblici e addirittura di recarsi alla mosche a per l’orazione. Uno dopo l’altro, tutti i suoi studenti furono reclusi in prigione. Con i piedi incatenati, iniziò il suo viaggio da Baghdad a Tarso per essere introdotto alla presenza del Califfo. Morì durante il tragitto nell’anno 128 dell’egira.
La diffusione della sua scuola fu impedita all’epoca dalla presenza delle altre scuole nella maggior parte delle terre islamiche. Per questa ragione, la scuola Hanbalita si è radicata soprattutto in Arabia Saudita.
L’opera più importante dell’Imam Ahmad ibn Hanbal è lo al-Musnad.
Si era specializzato nella conoscenza degli hadith. Si riporta che aveva memorizzato oltre un milione di hadith al-sharif, di cui ne riportò 30000 nello al-Musnad. Secondo il grande erudito Kohistani, narrò 50700 tradizioni. La sua pietà, taqwa, e le su elevate qualità morali furono al di sopra di ogni elogio.

Le questioni che si immaginò rappresentassero fonti di discordia tra le scuole sono, in realtà, fonti di misericordia per i musulmani.

Le differenze tra le scuole della Ahl al-Sunnah wal Jama‘ah rappresentano un enorme beneficio per il mondo islamico, piuttosto che un danno. Ogni imam delle quattro scuole giuridiche ha insegnato il suo  ijtihad, ma ciò non ha implicato una mutua ostilità. Come affermato negli hadith, è chiaro che un disaccordo fondato sul rispetto reciproco rappresenta una misericordia, come la storia ha confermato. Il modo in cui un membro di una scuola è in grado di imitare un’altra scuola quando necessario ne è la prova più evidente.
Umar ibn Abd al-Aziz ha affermato in proposito:
“Sarei avverso al fatto che la comunità del Messaggero di Allah non dissentisse in riferimento a questioni di  fiqh, poiché sarebbe difficile per la gente se tutti si dicessero d’accordo su uno stesso punto di vista. Il fatto di rispettare le parole di uno di essi rappresenta la Sunnah.”(Muhammad Abu Zahra, Tareekh al-Madhahib al-Islamiyyah)
È un fatto noto nel sistema di fede della Ahl al-Sunnah che tutte le idee sincere, l’ijtihad e l’interpretazione nell’ambito della implementazione hanno facilitato la diffusione dell’Islam in ambienti e terre differenti.
Il fattore più importante al fine di preparare il terreno per queste differenti interpretazioni dei Compagni è la diversa interpretazione degli hadith. Dopo il Corano, la Sunnah, in altre parole gli hadith, sono il punto di riferimento essenziale nell’Islam. Gli imam delle scuole hanno sottolineato l’importanza del rispetto della Sunnah e affermato che chiunque l’abbandoni sarà tra i perduti.  
Tale enfasi riguardo all’osservanza della Sunnah del Messaggero (saas) fu espressa nei termini seguenti.
Al-Imam al-A‘zam:
“La gente è salva finché vi sono persone che si occupano degli hadith. Ogniqualvolta si è cercata la conoscenza in un ambito esterno agli hadith, la corruzione è emersa. Evitate di impartire comandi sulla base delle vostre opinioni personali in riferimento ad ogni questione relativa alla religione di Allah, seguite piuttosto la Sunnah. Chiunque abbandoni la Sunnah cade nella deviazione.” (ash-Sharani, al-Mizan 1: 51)
Imam al-Shafi‘i:
“Se giungo a una conclusione differente dopo avere riferito un  hadith del Messaggero di Allah, quale cielo potrà proteggermi e quale terra sostenermi?”
Imam Malik:
“la Sunnah è come l’arca di Nuh (as). Chiunque si imbarchi in essa sarà salvato, mentre gli altri affogheranno.”
Imam Ahmad ibn Hanbal:
“Molte bid‘ah sono sorte. Chiunque ignori gli hadith cadrà in esse.”
Non vi è disaccordo tra gli imam delle scuole della Ahl al-Sunnah in riferimento alle virtù della Sunnah. Alcune differenze sono tuttavia emerse per quanto concerne la comprensione degli hadith. Il fatto che gli Imam delle scuole abbiano posseduto una differente conoscenza degli hadith ha condotto a una diversa regolamentazione. Il primo riferimento di ogni scuola, al momento di affrontare una determinata questione, è il Corano. In caso di assenza di specifici riferimenti in merito nel Corano, si considera allora la Sunnah del Profeta (saas). Qualora non si trovino neppure nella Sunnah, si considera la condotta dei Compagni. Nel caso in cui neppure tale riferimento possa condurre a una conclusione definitiva, la legge deve essere dedotta sulla base delijtihad. Le possibili differenze relative a quest’ultimo determinano le specificità delle singole scuole.
In definitiva, si deve ricordare che è impossibile avere un dominio completo degli hadith, come Imam al-Shafi‘i ha affermato:
“Non conosco nessuno che conosca tutta la Sunnah, o tutti gli hadith. La Sunnah potrebbe essere conosciuta solo se la conoscenza di tutti i sapienti potesse essere riunita insieme. Dal momento che gli hadith dei sapienti sono disseminati ampiamente, ve ne saranno ovviamente alcuni ignoti a un particolare erudito. Non tutti gli hadith che un sapiente conosce devono per forza essere noti a un altro.”
Alcuni hanno considerato certi atti del Profeta (saas) compiuti in momenti diversi come obbligatori, mentre altri li hanno interpretati come supererogatori. Vi sono vari esempi in proposito nelle scuole della Ahl al-Sunnah. Inoltre, l’incapacità di comprendere del tutto un’azione intrapresa dal Profeta (saas) oppure la parziale testimonianza di essa hanno determinato l’emergere di differenze. 
Le parole dei Compagni costituiscono un’altra ragione di differenziazione tra le scuole di pensiero. Per esempio, gli Hanafiti e i Malikiti favoriscono le parole dei Compagni al ragionamento analogico (qiyas), mentre, in alcune circostanze, gli Shafi`iti non accettano un resoconto di un Compagno. Ciò ha determinato differenze nell’emissione delle fatwa. Anche le differenze climatiche, geografiche, etniche o culturali hanno agevolato il verificarsi di questo fenomeno. 
Gli imam delle scuole hanno mantenute le divergenze all’esterno della sfera delle passioni personali e cercato solo l’approvazione di Allah (swt). Non hanno mai preteso che unicamente la loro posizione rappresentasse la verità, ma hanno piuttosto affermato che il loro approccio potesse essere il più consono.
Imam al-A`zam Abu Hanifah disse: “I nostri pensieri consistono di un’opinione e sono l’opinione migliore che abbiamo. Se qualcuno ci propone un’opinione migliore della nostra, allora dobbiamo seguire quella.” (Muhammad Abu Zahra, Tareekh al-Madhahib al-Islamiyah)
Quando si considerano le vite degli imam, si nota che in luogo di accuse reciproche vi furono sempre legami di mutuo rispetto tra loro. Nel suo Catechismo, Omer Nasuhi Bilmen afferma che tale rispetto è un segno della Ahl al-Sunnah:
“Gli aderenti di ognuna delle quattro scuole di questi quattro mujtahid credono che la loro sia la migliore, la più accurata, efficace ed appropriata in relazione alla  Sunnah. In caso contrario, non avrebbe senso scegliere una scuola particolare.  Ciò nonostante, l’idea di denigrare le altre scuole non viene neppure presa in considerazione. Essi rispettano ognuna delle quattro scuole. Tale rispetto è un segno della Ahl al-Sunnah.” (Omer Nasuhi Bilmen, Il grande catechismo islamico, pag. 42)
Le discordanze furono costruttive piuttosto che distruttive. Ciò, inoltre, non contraddice il comando di Allah (swt) di evitare dispute tra musulmani, in quanto tali differenze sono sempre state una misericordia per i credenti.